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28 Luglio 2020
CASTAGNE E PICCOLI FRUTTI. I tesori della montagna fanno rete

Tmp, i Tesori della Montagna Pistoiese. È uno dei ‘capitoli’ del Progetto integrato di filiera (Pif): Montagna & Salute: castagne e piccoli frutti. Il Pif coinvolge 36 soggetti, e si articola in diverse misure che puntano alla valorizzazione di due eccellenze assolute degli Appennini Pistoiesi.

Dopo il rallentamento dovuto al Covid, è stato ridefinito il cronoprogramma delle attività che stanno per iniziare.

“Il Pif valorizza frutti di bosco e castagne mettendo in campo azioni tese a superare le fragilità delle due filiere, che hanno a che fare con il rinnovo dei castagneti, l’aggregazione dell’offerta e la logistica post raccolta –spiega Impresa Verde-Coldiretti Pistoia, che coordina il progetto, che vede come capofila l’azienda agricola Lorenzo Pieracci-“. Oltre a individuare nuove soluzioni per superare i punti di debolezza, “il Pif consoliderà i punti di forza della filiera –spiega Coldiretti-Impresa Verde Pistoia- con un’accurata indagine da parte dell’Università di Firenze, Dipartimento scienze biomediche, sulle qualità nutraceutiche delle castagne (e quindi della farina) e i piccoli frutti di bosco (fragole, lamponi) della Montagna Pistoiese. Sono 3 i soggetti scientifici coinvolti nel Pif, oltre al Dipartimento di Scienze biomediche, c’è il DAGRI, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie sempre dell’Università di Firenze, e CREA OFF di Pescia.

Il progetto integrato di filiera Montagna & Salute: castagne e piccoli frutti vale complessivamente un milione di euro di investimenti, cofinanziati dai fondi del Programma di sviluppo rurale di Regione Toscana (Psr 2014-2020).

Il Pif ha l’obiettivo di attuare un’attività di sperimentazione per introdurre innovazioni di processo attinenti le varie fasi della filiera sia della castagna che dei piccoli frutti. Anche l’ampliamento delle aree di produzione, che, per quanto riguarda la castagna, vuol dire principalmente recuperare castagneti abbandonati, e, per quanto riguarda i piccoli frutti, riuso di aree da tempo non più coltivate.

Si tratta di attività condotte insieme da 20 partecipanti diretti (di cui 14 aziende agricole, capofila Lorenzo Pieracci, 1 cooperativa agricola, 3 soggetti scientifici , 2 aziende di servizi), 12 partecipanti indiretti e 4 sostenitori, per un totale complessivo di 36 partecipanti.

Per quanto riguarda i castagneti occorre considerarli come impianti da frutto e non come bosco multi-varietale, e quindi devono essere sottoposti alle tecniche di coltivazione proprie degli impianti specializzati. Nel PIF sono previste azioni finalizzate a rendere le operazioni colturali, compresa la raccolta, la essiccazione (diversi interventi riguardano i metati) e la macinatura, adeguate e tali da comprimere i costi di gestione e mantenere le qualità nutraceutiche del prodotto. In particolare, è previsto che i nuovi impianti e gli infittimenti siano realizzati utilizzando materiale di propagazione prelevato da piante madri, in quanto genotipi rappresentativi della Montagna Pistoiese.

Per quanto riguarda i piccoli frutti, il Pif favorisce la creazione di una filiera innovativa ad alto valore aggiunto attraverso una serie di azioni che partono dalla definizione delle cultivar da produrre; fornendo indicazioni per la propagazione e produzione di piante di qualità, individuando delle difese contro le avversità e le infestazioni; definizione dei metodi di raccolta e di conservazione dei prodotti, con trattamenti con sostanze naturali per prolungare la shelf life (il tempo che trascorre tra la produzione e il consumo dell’alimento senza che ci siano rischi per la salute del consumatore).

Tra le attività del Pif, la stipula di un contratto di Rete tra nove piccole imprese agricole partecipanti al progetto rappresenta un investimento che fungerà da volano per ridurre la frammentazione dell’offerta, con conseguente aumento delle opportunità commerciali, verso clienti interessati ad avere produzioni di qualità.

 

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