E’ record storico per il Made in Florence a tavola (+3,5%). Firenze è la prima provincia toscana per valore di esportaizoni di prodotti alimentari della Toscana davanti a Siena e Pistoia. Superati per la prima volta i 900 milioni di euro di valore nel 2023 con una crescita esponenziale rispetto a dieci anni fa del 63%. E’ l’Europa il mercato di riferimento del paniere fiorentino con oltre 450 milioni di euro ed una quota pari alla metà del valore di tutte le esportazioni di prodotti agroalimentari fiorentini nel mondo (50%). In flessione i flussi verso gli Stati Uniti (-5%), secondo mercato più importante con 254 milioni. Diverso l’andamento dei due prodotti di punta dell’agroalimentare, vino e olio, che da soli valgono l’80% dell’export. A dirlo è Coldiretti Firenze sulla base dell’analisi dei dati delle esportazioni nel 2023. “Il Made in Florence a tavola è la locomotiva dell’agroalimentare regionale con un quarto di tutto l’export regionale. – spiega Cesare Buonamici, Presidente Coldiretti Firenze – I dati ci offrono una panoramica delle dinamiche esportative con una incremento importante del mercato continentale che ha di fatto permesso al nostro agroalimentare di chiudere non solo con segno positivo ma anche di compensare il rallentamento delle vendite oltre oceano soprattutto negli Stati Uniti e Canada. Un dato certamente positivo che va però sostenuto rafforzando il settore primario con investimenti e meno burocrazia e difendendo i cittadini consumatori dall’inganno considerando che il Florence Sounding vale 2 miliardi di euro, più del doppio delle esportazioni. Il rischio, senza un’adeguata trasparenza, è di portare sulle tavole prodotti “italianizzati” ma non italiani perché realizzati dalle lavorazioni di materie prime straniere. Ecco perché nel mirino è finito il codice doganale che con l’ultima lavorazione consente al prodotto di ottenere la carta di identità italiana. Proprio per superare questa anomalia è partita la raccolta di firme in Italia e in sette Stati europei con l’obiettivo di ottenere oltre un milione di adesioni. Ma vanno anche revisione degli accordi bilaterali di libero scambio applicando quel principio di reciprocità che per noi non è materia di scambio e potenziati i controlli nei confronti dei prodotti che arrivano dai paesi extra Ue spesso realizzati sfruttando la manodopera o utilizzando tecniche di produzione e fitosanitari da noi vietati che fanno crollare i prezzi dei prodotti agricoli nazionali”.
Malgrado la prolungata instabilità geopolitica che influisce sui mercati e l’inflazione strisciante che continua a farsi sentire sui conti delle famiglie l’agroalimentare Made in Firenze ha continuato a marciare spedito abbattendo un primato dopo l’altro. Nell’anno appena concluso il valore di vino, olio, ortaggi, frutta, pasta e di tutti gli altri prodotti del paniere è cresciuto di 30 milioni di euro. Sul fronte interno è la Francia il “partner” più importante con 111 milioni di euro di prodotti acquistati (+20%), poi la Germania con 83 mila euro (+2%). Bene Paesi Bassi (+21%), Spagna (+85%) che ha visto le sue quote quasi raddoppiare passando da 21 milioni a 39 milioni di euro di fatturato, Svizzera (+7%) ed il Regno Unito nonostante la Brexit (+13%) con 28 milioni di euro. Segnali incoraggianti arrivano dal medio oriente (+12%), meno dalla Cina (-8%). Vino e olio sono i due prodotti più richiesti che da soli contribuiscono all’80% dell’intero valore delle esportazioni. Diverse sono però le loro velocità: rallenta il settore bevande che comprende principalmente il vino (-7%), corre invece quello di olio e derivati (+15%). Due risultati che sono determinati dalle performance agli antipodi sul mercato statunitense con il valore di vino che crolla del 15% con 161 milioni di euro rispetto ai 189 milioni di un anno prima mentre quello dell’olio aumenta del 25% superando gli 80 milioni. Non meno importanti le esportazioni di “Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne” (+35%) che contribuiscono con 35 milioni di euro al record, i prodotti dell’industria lattiero-casearia che comprendono i formaggi (+15% per un valore di 22 milioni di euro, frutta ed ortaggi lavorati e conservati (+11%) con poco più di 6 milioni di euro.
Primati all’estero che sono il frutto di un’agricoltura tra le più green d’Europa con – evidenzia Coldiretti Firenze – con il 34% delle superfici biologiche e quasi 10 mila operatori impegnati, 467 specialità alimentari tradizionali e 90 filiere del cibo e del vino Dop e IGP sostenute dal progetto di Campagna Amica, la dalla più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. “L’allargamento dei mercati è condizione indispensabile per la crescita e lo sviluppo del settore. – conclude il Presidente il Coldiretti, Cesare Buonamici - Crediamo, però, che per realizzare questa ambizione il commercio internazionale vada sostenuto per promuovere la crescita degli standard qualitativi, etici e ambientali dove sono carenti e per tutelarli laddove sono, invece, il frutto di percorsi avanzati. Per queste ragioni ci battiamo per una apertura dei commerci che, basandosi sulla reciprocità̀ degli standard produttivi, non metta in discussione il patrimonio di valori che agricoltori e consumatori hanno costruito, insieme, in decenni di lavoro.”