Di nuovo sott’acqua. Prima l’alluvione dello scorso novembre, alcuni giorni fa la bomba d’acqua che ha fatto ripiombare la comunità pratese nel terrore. Due eventi che sono costati complessivamente ad un’azienda agricola oltre cento mila euro tra danneggiamenti alle strutture e alle produzioni agricole. Troppo anche per una bella realtà con le spalle larghe come Le Risaie, specializzata nella produzione di foraggi per il bestiame, che hanno dovuto rimboccarsi ancora una volta le maniche per ripartire. Siamo lungo la via delle Risaie al confine con l’Ombrone pistoiese. Comune di Prato.
Centinaia di rotoballe (fieno) che ora rischiano di marcire sono finite sotto decine di centimetri di acqua misto a fango fuoriuscito dal vicino fosso del San Ferdinando, affluente del canale Filimortula che confluisce nell’Ombrone. A causare l’esondazione decine di grandi sacchi neri gettati nel canale e che hanno finito per intasare il ponticello dove sotto passa il canale. A denunciarlo è Coldiretti Prato che chiede di avviare una indagine per capire la provenienza dei sacchi neri che hanno occluso il canale provocando l’esondazione che ha danneggiato l’azienda. “Il canale è stato usato come una discarica. I sacchi, che erano stati abbandonati sul ciglio del canale, sono stati trascinati via dalla piena. Al loro interno ci sono scarti tessili e migliaia di mascherine scadute. Parliamo di rifiuti speciali che non possono essere smaltiti mediante il servizio di ritiro domiciliare. – spiega Coldiretti Prato – Alla fine di questa vicenda a rimetterci è il nostro ambiente, denigrato e devastato, i cittadini e le aziende messe a dura prova dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi che sono sempre più frequenti soprattutto quando sono meno attesi. Rialzarsi, dopo queste calamità, è sempre più dura e complicato”.
E’ stata l’azienda stessa, con i propri mezzi, a rimuovere i sacchi ed i rifiuti che avevano tappato il canale. Un intervento provvidenziale. Il sentimento dominante è quello della rabbia e della delusione: “sono bastate due ore di pioggia intensa ma niente a paragone di quelle dello scorso novembre per mandare in crisi tutto il sistema di canali. – spiegano dall’azienda Le Risaie – Questa mancanza ci è costata, come azienda, altri 20-30 mila euro di danni ammesso che riusciremo a salvare il fieno e la paglia che è finita sott’acqua sperando che il terreno asciughi quanto prima. Sommati ai 65 mila euro dell’evento calamitoso dello scorso anno siamo intorno ai cento mila euro”.
L’azienda Le Risaie sta ancora aspettando i ristori dell’evento alluvionale di novembre. “Siamo in attesa di riceverli: ci farebbero respirare un po’. Ma ad oggi non è arrivato ancora un centesimo; andiamo avanti con le nostre forze. – spiegano ancora – La stagione invernale è alle porte: cosa dobbiamo aspettarci?”.