68 Views

18 Novembre 2011
UNGULATI: E’ MOBILITAZIONE, IN TOSCANA OGNI ANNO DIVORATI 20 MLN DI EURO DI FORAGGERE

Mobilitazione pacifica, per ora. Ma gli agricoltori sono pronti, se nulla sarà fatto per arginare l’emergenza ungulati a riportare per le strade e nelle piazze, trattori, campanacci e slogan. “Se sarà necessario – minaccia Roberto Nocentini, Presidente Interprovinciale Coldiretti – torneremo nelle piazze”. Una soluzione per il momento allontanata dall’atteggiamento e dall’impegno dei rappresentanti dell’amministrazione provinciale incontrati questa mattina a Firenze che hanno “promesso di portare nelle sedi competenti le rivendicazioni del mondo agricolo”. All’incontro hanno preso parte il Vice Presidente e Assessore alla Caccia della Provincia di Firenze, Laura Cantini e l’Assessore all’Agricoltura, Pietro Roselli accompagnati dal Dirigente del Settore Caccia, Simona Pieri e il Responsabile del Settore Caccia del Circondario Empolese, Aldo Faillace oltre ad una numerosa delegazione di agricoltori.
Giusto per dare una proporzione di cronaca al fenomeno: in Toscana sono presenti 140.000 caprioli, 150.000 cinghiali, 10.000 daini, 3.000 cervi e 2.000 mufloni. A questi vanno sommati migliaia di stoni e piccioni. Praticamente un esercito che “divora” qualcosa come 4 milioni di quintali di alimenti verdi, pari a 20 milioni di euro – secondo i dati Coldiretti – di foraggere all’anno.
L’azione di “rivendicazione del diritto a fare impresa” rilanciata da Coldiretti su scala regionale, e da lì, in ogni singola provincia attraverso la convocazione straordinaria dei consigli, un risultato intanto l’ha già prodotto: “riportare al centro del dibattito l’emergenza ungulati in vista della definizione del Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) all’interno del quale saranno contenuti gli indirizzi per la gestione faunistico venatoria. In un documento (in allegato), dal titolo limpido - “Ungulati o agricoltura: è ora di scegliere…” - rivolto agli amministratori regionali, provinciali e locali, vi è una sorta di ultimatum “politico”, insieme ad una serie di proposte non più eludibili. E soprattutto chiare.
“Nel documento che abbiamo presentato – spiega Nocentini – abbiamo sottolineato insieme all’insostenibilità della presenza di queste specie che sono totalmente fuori controllo, la necessità di interventi e misure concrete. Penso, per esempio, all’innalzamento del tetto di prelevamenti e dei piani di abbattimento, all’anticipazione ed allungamento del periodo di caccia, alla possibilità, nelle aree non vocate, in presenza di danni alle colture, di prevedere l’intervento diretto dell’agricoltore o in alternativa di personale abilitato al controllo della fauna. Le azioni messe in campo fino ad oggi non sono state efficaci e noi siamo qui pronti a scendere di nuovo in piazza”. Per gli agricoltori “prelevare” di più, allungare, anticipare il periodo di caccia, è solo una fetta, se pur importante, delle azioni da mettere in campo insieme a “censimenti corretti e puntuali” e alla determinazione delle “densità” così da contenere il danneggiamento delle colture. “Il territorio non può sostenere densità come quelle attuali – sostiene il Presidente di Coldiretti – l’effetto sulle colture è devastante”.
Un piano di interventi che chiama in causa il mondo venatorio “individuando dei meccanismi partecipativi reali nella gestione delle popolazioni degli ungulati da parte dei cacciatori attraverso meccanismi premianti-penalizzanti” e gli Ambiti Territoriali di Caccia, che con il loro rinnovo, dovranno individuare soggetti di provata competenza mentre per quanto riguarda le rappresentanze delle organizzazioni - si legge nel documento – deve essere tenuta in conto l’effettiva rappresentatività delle organizzazioni stesse”.
Poi c’è tutta la questione legata ai risarcimenti e al pantano burocratico, altri nodi dolorosi che si accompagnano ai danni: “Il risarcimento del danno deve tenere conto sia del valore del prodotto perduto, che dei danni pluriennali o permanenti alle strutture produttive e agli impianti”.  “All’impegno – conclude Nocentini – dovranno seguire i fatti. Le parole e l’impegno della politica ci fa ben sperare. E’ ora di scegliere: ungulati o agricoltura?”.

Quali buone pratiche hai messo in atto nella tuo quotidianità per ridurre l’uso della plastica?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi